Archivio mensile:novembre 2019

L’OPPOSIZIONE…IN POLITICA…SECONDA PARTE…

CERCASI OPPOSIZIONE SERIA

L’opposizione e’ importante quanto la maggioranza. Serve ad incanalare il dissenso e a fare funzionare le Istituzioni. Il dovere dell’opposizione consiste nel contestare, a ragion veduta, le scelte che non condivide, appoggiando quelle che crede essere coerenti con gli interessi dei cittadini.

L’opposizione deve produrre idee e programmi per il futuro, incarnando l’alternativa sempre possibile. Cio’ serve a chi governa per non sedersi sugli allori, per non sfuggire ai problemi, spingendo l’esecutivo ad agire per mostrarsi sempre migliore di chi si candida a sostituirlo.

Non serve a niente, e fa anche pena, un’opposizione che spera solo di distruggere la persona del leader vincente. Quando cambia una maggioranza, cambia anche l’opposizione e si spera sempre che cambi anche il metodo dell’opposizione. Le attribuzioni di responsabilità politica che non vengono trasformate in informazioni, utili alla collettività per comprendere i problemi, non costituiscono legittimo e intelligente esercizio del diritto-dovere di opposizione.

La demonizzazione dell’avversario politico, l’emarginazione personale, non sono espressioni di legittimo contrasto tra esponenti politici. Il mestiere dell’opposizione si sostanzia in esercizio critico e propositivo, in attività di denuncia delle iniziative partigiane della maggioranza, in impegno tendente a migliorare, tramite sollecitazioni anche forti, l’attività di governo.

L’impegno dell’opposizione e’ espressione di democrazia e fa parte della logica dell’alternanza, costituendo lo stimolo che evita l’appiattimento, la collusione, il deterioramento della politica. L’opposizione e’ lo specchio dei cittadini e deve esprimere il suo dissenso, se serve, nei confronti del potere costituito nelle Istituzioni, per ricordare agli esponenti politici dimentichi che il potere viene concesso ed esercitato in virtu’ del mandato elettorale, allo scopo di gratificare diritti ed interessi della collettività.

Questo vale per tutti i tipi di governo, da quello dello Stato centrale, a quello del paese più piccolo. L’Obiettivo dell’opposizione non deve essere quello di far cadere la maggioranza, ma farla funzionare al meglio, salvo cercare di provocarne la caduta quando le circostanze oggettivamente denunciano incapacità o indifferenza all’interesse pubblico.

E’ certo che l’uomo qualunque, nel suo intimo, condivide e coltiva attese di buon governo anche nell’esercizio dell’opposizione. E’ proprio l’alternativa il cuore di una vera opposizione: per costruirla, le forze politiche della minoranza dovrebbero dedicarsi con urgenza a cercare di comprendere quali siano le domande profonde che vengono dagli elettori.

Poi, dall’opposizione, dovrebbero dimostrare all’opinione pubblica che a quelle domande la maggioranza sta rispondendo in modo inadeguato e suggerire proposte migliori. Ancora, dovrebbero mettersi ” in ascolto ” della società per cogliere in anticipo i problemi nuovi che stanno emergendo ed elaborare soluzioni credibili; infine, dovrebbero impegnarsi a selezionare una nuova classe dirigente affidabile e attraente per gli elettori.

AAA OPPOSIZIONE

Per amministrare bene occorrono competenza, impegno e tempo. Per fare una buona opposizione occorrono altrettanta competenza, altrettanto impegno, ma molto più tempo. Chi siede sui banchi di minoranza sconta infatti tre handicap fisiologici: l’inferiorità numerica, la difficolta’ di accesso ai dati, la possibilità di controllare le scelte della maggioranza solo dopo che sono state prese, riavvolgendo per cosi dire il nastro.

Ne consegue la necessita’ di un impegno gravoso su più fronti, che non di rado finisce per essere dispersivo e tradursi in una opposizione poco incisiva, con soddisfazione della maggioranza che vede le contestazioni concentrarsi sulle pagliuzze mentre le travi passano indisturbate.

Ai cittadini non viene certo offerto un buon servizio.

In un paese come l’Italia, dove non c’e’ l’abitudine ad essere rigorosi prima di tutto con se stessi, lasciare mano libera a chi ricopre un ruolo di responsabilità, significa quasi sempre andare incontro a brutte sorprese. Domandiamoci allora come mai soprattutto nei Comuni medio-piccoli, dove la buona amministrazione deriva non tanto dalle ideologie, quanto da una spesa oculata, da una valorizzazione delle risorse (anche umane) e da una buona pianificazione urbanistica, i rappresentanti delle opposizioni non uniscano i loro talenti e condividano il lavoro cosi che ogni provvedimento della maggioranza trovi chi lo scandagli alla luce di una specifica competenza.

I risultati dovrebbero poi essere resi pubblici, offrendo a tutti la massima informazione, e quindi lasciati all’elaborazione e al giudizio politico di ciascun gruppo secondo le proprie idee di riferimento. In tal modo il ” conoscere per deliberare ” evolverebbe nel ” conoscere di più per deliberare meglio “. Potrebbero essere messi a disposizione dei cittadini in rete, dei veri e propri dossier sulle questioni in discussione e ogni delibera troverebbe una contestualizzazione e una lettura alternativa a quella proposta dalla maggioranza.

Per quante obiezioni possano venire dai ” puristi ” della politica, siamo convinti che la vita della comunità ne trarrebbe giovamento e la partecipazione alle vicende della cosa pubblica aumenterebbe.

L’OPPOSIZIONE…IN POLITICA…PRIMA PARTE…

CERCASI OPPOSIZIONE

L’Osservatore Dairaghese oggi vi vuole parlare di Opposizione politica. Parlare dei propri avversari politici, non e’ mai facile. Se si commentano in continuazione iniziative e dichiarazioni per criticarle, si finisce con l’essere in maniera paradossale la loro cassa di risonanza. Se pero’ si ignora quello che fanno, si rischia di sembrare compiacenti.

Eppure la comunicazione e’ un passaggio imprescindibile, e’ parte integrante di quello che si si sta’ facendo. Per cui per chi non e’ al Governo, comunicare equivale a proporre un’alternativa e per farlo, il confronto, tacito o palese, e’ inevitabile.

Prima pero’ bisogna capire cosa non ha funzionato, in altre parole e’ necessario comprendere le ragioni che hanno allontanato gli elettori, spingendoli a preferire i propri avversari, deve seguire poi una fase di autocritica e analisi per comprendere come mai non sia stata accordata fiducia al proprio progetto.

bocciato

Se un’idea e’ valida, vantaggiosa, moralmente accettabile, in una parola “Giusta “, come mai gli elettori non sono d’accordo? Le motivazioni possono essere le più’ svariate, magari chi propone quelle idee non appare credibile, o non particolarmente apprezzato o considerato dagli elettori, oppure il proprio messaggio non e’ stato espresso in maniera chiara e incisiva.

CERCASI OPPOSIZIONE SERIA

Ancora, si e’ arrivati in ritardo e una narrazione più efficace ha già’ condizionato l’opinione pubblica. Recuperare credibilità’, comunicare in modo semplice e non semplicistico e poco chiaro, la sincerità’ prima di ogni cosa. Anticipare le questioni all’ordine del giorno per affrontarle prima degli altri, sono solo alcune strategie per evitare che la propria comunicazione sia inefficace.

Cio’ che e’ certo e’ che trattare un determinato argomento richiamando in continuazione cosa dicono i propri avversari politici, rischia di rivelarsi una sorta di trappola. Innanzitutto si offre visibilità a ciò che affermano e fanno e, soprattutto, si continua a ignorare perché magari, quella posizione viene ritenuta credibile.

Se non si e’ al governo, la direzione deve essere soltanto una: proporsi come alternativa. Nonostante sia facile definire il proprio ruolo, risulta molto difficile tradurlo in realtà’. Se per la maggioranza al governo o si e’ daccordo sulla sua linea politica, oppure no, per l’opposizione non può essere la rabbia, perché non e’ da considerarsi una strategia.

Se lo stile della maggioranza e’ tagliente, non se ne deve usare uno analogo, altrimenti non ci si presenta come reali alternative. Se la narrativa usata e’ speculare, le persone presteranno infatti meno attenzione ai contenuti, ai fatti, alle proposte che in maniera presumibile sono invece antitetiche.

Il pericolo in breve, e’ quello di non presentarsi come reali alternative politiche. Non e’ difficile evocare superficiali analogie storiche o preconizzare scenari nefasti. Concentrarsi troppo sul futuro e ipotizzare quello che potrebbe accadere, fa perdere di vista ciò che succede ora che e’ invece la preoccupazione più urgente dell’opinione pubblica.

AAA OPPOSIZIONE

Il programma elettorale lo devono scrivere i cittadini, osservare la società, comprendere le contraddizioni e interpretarne le istanze riguarda il presente prima ancora del futuro.

Chi si occupa di comunicazione, chi parla in continuazione dei propri avversari politici, non appare come una alternativa credibile e se si attinge dal lessico e dallo stile degli altri, i propri progetti, le proprie idee e proposte rischiano di finire in secondo piano e di essere ignorate dall’opinione pubblica.

CONTINUA…

IL PROGRAMMA ELETTORALE DI…PINOCCHIO…

L’Osservatore Diraghese vuole parlarvi in questo post, dei programmi elettorali, visto che le elezioni comunali (e non) si avvicinano a grandi passi.

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Leggendo i vari programmi che ad ogni tornata elettorale ci vengono presentati dai politici, ci si chiede sempre se vadano smaltiti nell’umido o nell’indifferenziata. Il livello di attendibilità e impraticabilità economica e finanziaria della maggior parte delle promesse è così alto, da farle considerare spazzatura da distruggere neppure riciclabile.

BIDONE SPAZZATURA

Le promesse dei politici (o pseudo), somigliano alla barzelletta del pescatore, con anguille lunghe 3 metri. Ciò che accomuna le mirabolanti promesse di moltiplicazione degli zecchini d’oro nel campo dei miracoli, è il generico blandire le aspettative collettive di manna dal cielo. Non è (ancora) stato promesso che: ” Le vacanze avranno inizio con il primo di gennaio e finiranno con l’ultimo di dicembre”, ma nel paese dei balocchi siamo molto vicini.

Le fantasiose promesse elettorali che sembrano suggerite da taglieri di salame e buoni bicchieri di vino,

vino e salame

danno la sensazione che tutti gli schieramenti vogliano far credere agli elettori che si stia vivendo appunto nel paese delle meraviglie.

paese delle meraviglie

Nessuno ha il coraggio di dire agli elettori che quando si stila un programma elettorale, lo si divide in 3 parti.

La prima parte comprende gli interventi che non richiedono oneri e che danno la sensazione agli elettori che si stanno mantenendo le promesse fatte.

La seconda parte che viene portata a termine quasi sempre completamente nell’arco del mandato e che contiene opere che richiedono oneri accettabili, e recuperabili abbastanza facilmente.

La terza parte che contiene le opere quasi sempre irraggiungibili perché fortemente onerose, quasi sempre non fattibili, ma che sono messe lì in bella mostra come specchietto per le allodole, per colpire positivamente l’elettorato. Guarda caso la terza parte del programma è sempre quella che viene sbandierata in campagna elettorale, ed è quella che per la maggior parte delle volte, fa vincere le elezioni.

La regola dei politici è la seguente: ” Noi promettiamo poi possiamo sempre dire che purtroppo non ci sono le coperture per portare a termine le promesse fatte “.

Possiamo affermare con certezza dunque che le promesse dei politici ricalcano il più delle volte le famose promesse del marinaio e non solo.

Forse questo è l’aspetto più inquietante della questione e cioè che la presentazione di un qualche cosa di falso e che qualunque mente serena e anche modestamente dotata dovrebbe riuscire a capire, riesce ad avere consenso e successo nella popolazione. Del resto il problema è quello di un mondo ad iniziare da quello politico, che lo fa per conquistare il potere che racconta bugie, favole e illude le persone promettendo quello che la gente vuole sapendo che non potrà mantenere le promesse. Al massimo potrà far credere di averle mantenute con lo stesso sistema della fascinazione o di non averle potute mantenere per colpa di questo o di quello, in genere avversari e competitori precedenti, coesistenti o futuri possibili.

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Riportiamo una frase che di Wiston Churchill pronunciò nel suo primo discorso il 13 maggio 1940 alla Camera dei Comuni, dopo che gli era stata offerta la commissione del Re il venerdì precedente per diventare Primo Ministro del Regno Unito nel primo anno della seconda guerra mondiale: ” Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore “. Questo per dire che oggi quel grande Statista non prenderebbe nemmeno i voti dalla lista più pazza che si presentasse alle prossime elezioni, ma che a nostro parere era la sacrosanta verità.

Tornando a noi, si può affermare senza ombra di smentita che la politica e’ l’arte di promettere.

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L’Osservatore Dairaghese chiude questo post, riportando una famosa frase dello statista Alcide De Gasperi dove al suo interno troviamo il succo di quello che abbiamo riportato in questo articolo: ” Cercate di promettere un pò meno di quello che pensate di realizzare se vinceste le elezioni “.

 

TEMPO…SCADUTO!!!

Il Gruppo di minoranza “Insieme per Dairago”, ancora una volta durante questo mandato amministrativo, ha dimostrato come i suoi attuali rappresentanti, non siano in grado di ricoprire questo e altri futuri incarichi anche più importanti.

La dimostrazione si è concretizzata durante il Consiglio comunale del 30 ottobre 2019, dove era in discussione il Regolamento per l’utilizzo delle palestre.

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Cosa hanno pensato di fare i rappresentanti di “Insieme per Dairago” ed in particolare l’infallibile laureato ed ex candidato Sindaco? Ha partorito nelle oscure stanze la bella idea di presentare gli emendamenti al Regolamento la stessa sera della seduta del Consiglio comunale, tralasciando il piccolo particolare (ma proprio una inezia) che avrebbero dovuto essere presentati almeno 48 ore prima della seduta.

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Non pienamente soddisfatto di tutto ciò, non ha nemmeno considerato lontanamente che non era possibile presentare emendamenti agli allegati.

Morale della favola, dopo giorni spesi a riempire cestini di carta (immaginiamo) nelle oscure stanze, gli emendamenti, come la carta straccia, non sono stati nemmeno presi in considerazione proprio perché arrivati in ritardo ed errati.

L’Osservatore Dairaghese si chiede: perché non sono stati presentati nella Commissione Consiliare del 26 ottobre 2019?

La risposta è semplice: l’ex candidato Sindaco non era ancora riuscito a partorirli…

SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO…