IL PROGRAMMA ELETTORALE DI…PINOCCHIO…

L’Osservatore Diraghese vuole parlarvi in questo post, dei programmi elettorali, visto che le elezioni comunali (e non) si avvicinano a grandi passi.

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Leggendo i vari programmi che ad ogni tornata elettorale ci vengono presentati dai politici, ci si chiede sempre se vadano smaltiti nell’umido o nell’indifferenziata. Il livello di attendibilità e impraticabilità economica e finanziaria della maggior parte delle promesse è così alto, da farle considerare spazzatura da distruggere neppure riciclabile.

BIDONE SPAZZATURA

Le promesse dei politici (o pseudo), somigliano alla barzelletta del pescatore, con anguille lunghe 3 metri. Ciò che accomuna le mirabolanti promesse di moltiplicazione degli zecchini d’oro nel campo dei miracoli, è il generico blandire le aspettative collettive di manna dal cielo. Non è (ancora) stato promesso che: ” Le vacanze avranno inizio con il primo di gennaio e finiranno con l’ultimo di dicembre”, ma nel paese dei balocchi siamo molto vicini.

Le fantasiose promesse elettorali che sembrano suggerite da taglieri di salame e buoni bicchieri di vino,

vino e salame

danno la sensazione che tutti gli schieramenti vogliano far credere agli elettori che si stia vivendo appunto nel paese delle meraviglie.

paese delle meraviglie

Nessuno ha il coraggio di dire agli elettori che quando si stila un programma elettorale, lo si divide in 3 parti.

La prima parte comprende gli interventi che non richiedono oneri e che danno la sensazione agli elettori che si stanno mantenendo le promesse fatte.

La seconda parte che viene portata a termine quasi sempre completamente nell’arco del mandato e che contiene opere che richiedono oneri accettabili, e recuperabili abbastanza facilmente.

La terza parte che contiene le opere quasi sempre irraggiungibili perché fortemente onerose, quasi sempre non fattibili, ma che sono messe lì in bella mostra come specchietto per le allodole, per colpire positivamente l’elettorato. Guarda caso la terza parte del programma è sempre quella che viene sbandierata in campagna elettorale, ed è quella che per la maggior parte delle volte, fa vincere le elezioni.

La regola dei politici è la seguente: ” Noi promettiamo poi possiamo sempre dire che purtroppo non ci sono le coperture per portare a termine le promesse fatte “.

Possiamo affermare con certezza dunque che le promesse dei politici ricalcano il più delle volte le famose promesse del marinaio e non solo.

Forse questo è l’aspetto più inquietante della questione e cioè che la presentazione di un qualche cosa di falso e che qualunque mente serena e anche modestamente dotata dovrebbe riuscire a capire, riesce ad avere consenso e successo nella popolazione. Del resto il problema è quello di un mondo ad iniziare da quello politico, che lo fa per conquistare il potere che racconta bugie, favole e illude le persone promettendo quello che la gente vuole sapendo che non potrà mantenere le promesse. Al massimo potrà far credere di averle mantenute con lo stesso sistema della fascinazione o di non averle potute mantenere per colpa di questo o di quello, in genere avversari e competitori precedenti, coesistenti o futuri possibili.

Winston_Churchill

Riportiamo una frase che di Wiston Churchill pronunciò nel suo primo discorso il 13 maggio 1940 alla Camera dei Comuni, dopo che gli era stata offerta la commissione del Re il venerdì precedente per diventare Primo Ministro del Regno Unito nel primo anno della seconda guerra mondiale: ” Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore “. Questo per dire che oggi quel grande Statista non prenderebbe nemmeno i voti dalla lista più pazza che si presentasse alle prossime elezioni, ma che a nostro parere era la sacrosanta verità.

Tornando a noi, si può affermare senza ombra di smentita che la politica e’ l’arte di promettere.

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L’Osservatore Dairaghese chiude questo post, riportando una famosa frase dello statista Alcide De Gasperi dove al suo interno troviamo il succo di quello che abbiamo riportato in questo articolo: ” Cercate di promettere un pò meno di quello che pensate di realizzare se vinceste le elezioni “.

 

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