Anni or sono il Cavaliere Oscuro valutando i fatti sentenziò: “Era già tutto previsto, senza accordi si sarebbe perso”. Tempo prima gli era stato risposto: “Con un Cavaliere così forte si vince”. Chi pronunciò quella previsione avrebbe dovuto farsi un esame di coscienza, essere meno credulone e alla luce dei fatti accaduti riconoscere che forse la causa principale della disastrosa “debacle”, non era stata proprio la presenza del forte Cavaliere. Ma tutti tranne il Cavaliere Oscuro, avevano valutato il Cavaliere soprannominato “Il Divino” un cavallo vincente senza se e senza ma, solo perché veniva da un casato “importante e conosciuto” del villaggio.
Il Sommo Sacerdote candidò personalmente il Divin Cavaliere perché chi avrebbe dovuto supportarlo ufficialmente stando dietro il sipario pensava tra se e se che se avessero vinto, avrebbe potuto gridare al mondo: “Avete visto che razza di candidato Cavaliere vi ho servito su un piatto d’argento”? Al contrario se avesse perso, si sarebbe ritirato in buon ordine e avrebbe potuto sempre affermare che forse il Sommo Sacerdote con i suoi gregari non avevano valutato troppo bene se il Divin Cavaliere era in grado di ricoprire la carica di Capovillaggio”.
Il Cavaliere Oscuro nel frattempo cercava di aprire gli occhi a tutti, ma il Sommo Sacerdote e i suoi scagnozzi, erano profondamente e pienamente convinti che il Divin Cavaliere era la persona giusta. Nel frattempo come per i Divi, iniziava per il Sommo Sacerdote e i suoi gregari, la prostrazione nei confronti del capriccioso Divin Cavaliere.

Diceva il “Messia”: “Qui per rinnovarsi bisogna cambiare tutto, partendo dallo Stemma”. “Noooo lo Stemma Noooo” urlavano il Sommo Sacerdote e i suoi scagnozzi. E dopo un estenuante tira e molla, durato diversi giorni, l’indomito manipolo riusciva a mantenere lo Stemma che però nel prosieguo della saga, veniva aggiornato e modernizzato “a suo parere”, dalla Pulzella del Divin Cavaliere.
Si susseguirono i giorni e le riunioni dove il Divin Cavaliere valutava il materiale umano senza mai arrivare a trovare la soluzione per formare il manipolo di uomini da presentare al popolo. Arricciava il naso il Divin Cavaliere quando quei temerari degli accoliti si permettevano quasi sussurrando di proporre qualche nome. Ma venivano immancabilmente bocciati, perché non rientravano in quegli strani ideali di giovani quarantenni che il “Lider Maximo” elaborava nella sua mente contorta, oppure perché non erano graditi alla “Eminenza Grigia” nonché suggeritore che stava dietro e in disparte al Divin Cavaliere.
Non solo, ma con l’arroganza che lo contraddistingueva, di chi può permettersi anche di trattare tutti come oggetti, il Divin Cavaliere contattava persone (forse all’insaputa dell’Eminenza Grigia) che sarebbero potute risultare molto valide e assolutamente presentabili per il manipolo di candidati. Ma nel momento stesso che la cosa arrivava all’orecchio del Cardinale Mazarino de noi altri, il tutto veniva tristemente bocciato.
Ma il bello è che la persona contattata restava senza risposte perché il Divin Cavaliere non si degnava più di avvertirle delle decisioni prese e forse le persone contattate sono ancora lì in attesa di un riscontro che non avverrà mai.
Intanto il tempo scorreva e il Divin Cavaliere diveniva sempre più credibile agli occhi di chi pendeva dalle sue labbra e al tempo stesso incredibile da chi cercava disperatamente e in tutti i modi di rompere quell’incantesimo che mostrava tutto roseo e in discesa.
Il “Generale” il suo fido Scudiero, la sua Pulzella e la sua corte di creduloni, chiusi nelle oscure stanze, dopo settimane e settimane di “Gravidanza”, partorirono alla fine l’editto delle meraviglie, dove a parte una persona poco gradita e imposta (parole del Divin Cavaliere) e alcune a contorno, svettavano fior fior di laureati, ma soprattutto Lei il “deus ex Machina” della situazione e Lui il “Mago dei Maghi”, che seduti insieme al Divin Cavaliere, preparavano e studiavano i piani per affondare i programmi dei nemici.
Attorno il compiaciuto Eminenza Grigia, il Sommo Sacerdote e tutti gli altri in un silenzio quasi irreale. Il Divin Cavaliere riempiva panieri e panieri di carta, perché non riusciva a scrivere due righe da inserire nell’editto finale.
Il campanile della Chiesa suonava le 3 di notte e allora il rito del pane e salame a più non posso con il Divin Cavaliere sempre in prima fila: mangiare e bere, questo era il meccanismo che funzionava meglio.
La storia andò avanti per giorni e giorni finché il Divin Cavaliere disse: “Stop”!!! Tutto era pronto per sbaragliare i nemici. E venne il gran giorno……Come finì? Molto male per il Divin Cavaliere e i suoi accoliti. Quello che l’Oscuro Cavaliere aveva previsto, si avverò.
Il Divin Cavaliere furente per la disfatta, non considerando minimamente di essere Lui il problema, cominciò a gettare fango sui suoi accoliti. Alcuni nel frattempo, forse per vergogna, si erano ritirati in buon ordine, altri erano stati eliminati direttamente dal Divin Cavaliere.
Passarono anni bui dove il Divin Cavaliere assieme all’altro Cavaliere trombato, tramavano per un riscatto nel prossimo futuro. Le ultime notizie videro il Cavaliere supertrombato con il Divin Cavaliere felice per aver ritrovato un nuovo gruppo di accoliti che pendevano dalle sue labbra e pensavano che lui fosse l’uomo giusto per vincere la prossima tornata elettorale a Capovillaggio senza se e senza ma.

La leggenda narra che intorno al Divin Cavaliere si aggirò per mesi, dopo l’accaduto nonostante le offese ricevute, uno spaesato e silente ex Cavaliere che non riuscendo a staccare la spina dal suo antico casato allora vincente, ma che ormai era passato nelle mani del Divin Cavaliere riuscendo in poco tempo a distruggerlo, continuava a seguirlo col capo chino, aggrappato a quello che non era più.
Stretta la foglia e larga la via: “CUI PRODEST HOC SCELUS”?
La morale di questa storia è che non c’è persona più vuota di quella piena di sé, quella che si rinchiude nella sua bolla. Le persone che pensano sempre in prima persona diventano rudi, maleducate e incostanti, nonostante siano convinte che la loro freddezza e la loro “forte identità” le rendano un grande esempio per tutti. Queste persone narcisiste non si rendono conto che con il loro egoismo diventano intrattabili e imprevedibili e finiscono per rendersi più vuote e aride. Purtroppo le persone narcisiste devono convivere con molte mancanze, molti vuoti a causa del loro disinteresse e del loro egocentrismo.
Con questo l’Osservatore Dairaghese, dopo 3 anni di duro lavoro, vuole ringraziare i giornali locali che l’hanno seguito e le migliaia di persone che hanno LETTO senza mai dare segno di vita, di riscontro sia positivo che negativo.
GRANDE PARTECIPAZIONE!!!