Il primo maggio e’ la Festa del lavoro, una data importante sulle cui origini vale sempre la pena tornare. Il primo maggio si festeggia infatti per ricordare le lotte del passato, e gli obiettivi raggiunti dal movimento dei lavoratori, ma anche per continuare a parlare di diritti e prospettive, in uno spirito di solidarietà transnazionale. Una festa mondiale, anche se negli Stati Uniti e in Canada il Labor Day cade a settembre, nel primo lunedì del mese.
Chi invece si chiede il perché della data del primo maggio, deve risalire al 1889, anno in cui la Seconda internazionale, riunita in congresso a Parigi, decise di promuovere in tutto il mondo, e in maniera simultanea, una manifestazione per consentire ai lavoratori di affermare la richiesta di più equità, a partire dal numero di ore di lavoro. Una decisione che arriva al termine di un processo più lungo di maturazione su temi e scopi della lotta nel movimento operaio internazionale.
Una tradizione, quella del primo maggio che, tra Ottocento e Novecento, ha rispecchiato anche il mutare delle lotte e che ha saputo agganciarsi alle rivendicazioni politiche e sociali del momento, non necessariamente legate solo al lavoro.
Il caso italiano dimostra anche che nemmeno le feste, e il loro significato, sono garantite per sempre: nel ventennio fascista, il primo maggio non si festeggiava. Si riprende dopo la liberazione, e si arriva ai giorni nostri: la domanda sul senso e sull’attualità della festa a volta torna, in uno scenario dove non mancano nuove sfide, a dimostrazione che il tema e’ vivo e meritevole di approfondimento e valorizzazione.